La nota d’addio è stata inviata nelle scorse ore a Pechino: l’Italia si definisce ufficialmente fuori dalla Via della Seta.
Dopo lunghe valutazioni da parte del governo Meloni sul possibile abbandono dell’accordo di Pechino – la cosiddetta “Via della Seta”, arriva finalmente la notizia ufficiale: l’Italia è fuori. Dopo essere stato il primo e unico paese del G7 a fare ingresso nel progetto, il Belpaese è anche il primo ad uscirvici.
L’Italia fuori dalla Via della Seta
L’Italia è uscita ufficialmente dalla Via della Seta cinese. Non sarebbe tuttavia una notizia inaspettata, date le intenzioni espresse da Giorgia Meloni lo scorso anno, poco disposta ad estendere il memorandum d’intesa sulla Belt and Road Initiative (BRI), siglato con Pechino nel 2019 durante il governo Conte.
Come riporta il Corriere della Sera, l’esecutivo si impegna a rilanciare il più possibile quel partenariato strategico che esiste da oltre dieci anni tra Pechino e Roma. La decisione è stata preceduta da una missione in Cina del segretario generale della Farnesina Riccardo Guariglia in estate e a seguire dalla visita del ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
Il “no comment” di Palazzo Chigi
Intanto Palazzo Chigi opta per il silenzio sulla decisione di non estendere la durata del memorandum sulla Via della Seta oltre il 22 marzo 2024. Per uscire dall’accordo con Pechino, infatti, l’Italia avrebbe dovuto inviare una disdetta scritta.
Ed’ proprio ciò che il governo Meloni ha fatto: la nota verbale è stata inviata dalla Farnesina nei giorni scorsi all’ambasciata della Repubblica popolare cinese. Nella missiva viene espressa la volontà di “sviluppare e rafforzare la collaborazione bilaterale“ tra i due Paesi.
Tajani: “Rapporti ottimi con la Cina”
Commentando l’uscita dell’Italia dal Memorandum sulla Via della Seta, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, dichiara: “Abbiamo già convocato per l’anno prossimo a Verona la riunione intergovernativa Italia-Cina per affrontare tutti i temi di commercio internazionale”.
“Continuano ad esserci ottimi relazioni e rapporti, pur essendo un Paese che è anche un nostro competitori a livello globale”, aggiunge il vicepremier.